Ipermetropia

Nell’Occhio Ipermetrope

L‘immagine di un oggetto lontano si forma  confusa sulla retina. L’oggetto è visto sfocato. Teoricamente l’immagine andrebbe a fuoco “oltre” la retina.

Le cause sono varie e saranno descritte più avanti. E’ interessante esaminare  questa ametropia partendo dal significato semantico del termine “ipermetropia”.

Dal greco, hiper significa oltre la norma, metron significa misura, mentre opos significano vista. Riassumendo possiamo dire che, ipermetropia semanticamente, significa vista superiore alla misura.

Ebbene c’e un parametro, nell’occhio ipermetrope, la lunghezza focale che è maggiore della distanza a cui si trova la retina. Sostanzialmente l’occhio è corto.

Nei tempi passati i giovani (ipermetropi), che vedevano molto bene da lontano, venivano indicati come soggetti dalla vista lunga.

Le cose stanno in questo modo: se il soggetto è giovane, l’immagine sfocata fa scattare un meccanismo  per cui  il cristallino  si  incurva  di  più  per  vedere bene  da  lontano. Questo meccanismo  si chiama  accomodazione. Purtroppo  l’ accomodazione   serve  per  far vedere bene da vicino.  Se (l’accomodazione)  la  si  utilizza  per  guardare da lontano ne rimane di meno per leggere a  lungo e  per studiare. Quindi  il giovane  può diventare sempre più svogliato nello studio,  perché fa fatica a leggere e può  persino soffrire di  mal  di testa. E’ il tipico caso  di  studente  intelligentissimo, ma svogliato. In questi casi una visita  può  evidenziare  il  problema e con un  buon  paio di  occhiali  si può  rimetterlo nelle  migliori condizioni per leggere e studiare. L’unica cosa che l’occhiale non può fare  è  fargli  tornare la voglia di studiare!

Se  il  soggetto  non  può   compensare l’ ipermetropia con l’ accomodazione, perché  è  avanti con  l’ età, vedrà male da lontano e  da vicino. E’ da sottolineare che un  soggetto  giovane  potrà  non  evidenziare  problemi  nella lettura  dell’ ottotipo.

Cause

Dal punto di vista squisitamente diottrico un occhio ipermetrope è più corto rispetto al potere diottrico della sua parte ottica. Da questa considerazione si può dedurre che ci può essere una ipermetropia assiale. Se è la distanza antero posteriore dell’occhio ad essere più corta del normale (e la potenza diottirica rientra nella norma), ma può anche accadere che la potenza diottrica sia scarsa rispetto alla lunghezza dell’occhio, in questo caso siamo in presenza di una ipermetropia refrattiva. Per esempio cornea o cristallino possono essere poco potenti. Anche la posizione del cristallino può influire, infatti se è più vicino alla retina sia ha ancora una ipermetropia. Per fortuna questo è un caso raro in natura, ma molto frequente nei casi di impianto di cristallini artificiali.

Insorgenza e progressione

   Nell’infanzia e fino all’età giovanile bassi valori di ipermetropia sono ben tollerati. La maggior parte dei neonati è ipermetrope. Secondo Hirisch (1964) il 30% dell’ipermetropia si riduce già all’età di 5-6 anni. Secondo Grovenor (1977) nell’80% degli adulti tra 20 e 40 anni l’ipermetropia è compresa tra 0 ed 1.00 diottria. Ma l’aspetto più importante è che non cambia significativamente. E’ solo dopo i 40 anni che aumenta sensibilmente. La progressione del difetto e limitata all’età infantile ed è sempre di entità modesta.

Sintomi

I sintomi sono sostanzialmente legati all’età ed all’entità dell’ipermetropia.

Nel caso di un infante con ipermetropia leggera, solitamente non presenta segni o sintomi particolari. Spesso passa inosservata. In alcuni casi in quest’età ed in presenza di malattie, i genitori segnalano di momenti in cui l’occhio sembra “storcersi”. Questo è un sintomo da non sottovalutare e dovrebbe spingere per un controllo approfondito. Sempre per gli infanti la presenza dell’ipermetropia  con valori medi o alta, fa si che questi fenomeni siano più frequenti ed evidenti.

Aumentando l’età ed a secondo se siamo in presenza di una ipermetropia leggera, media, od elevata la sintomatologia cambia ed è legato per l’ipermetropia leggera più che altro ad una visione non confortevole. Questo dipende dal fatto che l’accomodazione, sollecitata dalle immagini sfocate, entra in azione e consente una visione nitida da lontano. Ma l’accomodazione serve per la visione intermedia e soprattutto  per quella da vicino. E’ quindi in quest’utilizzo che posso apparire i problemi: visione annebita da vicino o/e da lontano, in capacità a sostenere la lettura per  tempi lunghi, irrequietezza, rossore e bruciore agli occhi, senso di pesantezza alle palpebre e sonnolenza. Si possono manifestare anche mal di testa variamente localizzati. Tutti questi fenomeni prendono il nome di astenopia.

Nelle persone adulte i sintomi sono sempre quelli accennati. E’ interessante osservare il caso di persone  adulte asintomatiche. Quasi sempre queste presentano ambliopie.

E’ interessante anche il caso di pluri quarantenni che presentano una ipermetropia acquisita in genere di bassa entità in concomitanza con l’istaurarsi della presbiopia. L’aspetto più appariscente, in questo caso, è l’allarme del paziente che spesso sfocia nel panico, e che si concretizza con l’espressione “sto perdendo la vista”.

Una analisi attenta dell’ipermetropia deve tener conto dell’equilibrio binoculare sovente alterato per l’improprio uso dell’accomodazione.